Tutti li vogliono ma nessuno li trova. Parliamo degli artigiani del legno, la cui ricerca sta diventando una specie di caccia al tesoro: le imprese ormai se li contendono a colpi di stipendio. In cima alla lista ci sono falegnami ed ebanisti, cioè le figure professionali essenziali per qualsiasi azienda del mobile. Ma sono molto ricercati anche i tappezzieri, cioè gli artigiani specializzati nelle imbottiture, nei tendaggi e nei rivestimenti di poltrone, divani, cuscini, sedili per auto: mancano le nuove leve nonostante il fatto che, dicono i numeri, avrebbero già il posto assicurato nel momento in cui si iscrivono ad un corso professionale. E nonostante una busta paga di tutto rispetto dati i tempi.
Come diventare tappezziere
Quello del tappezziere è un mestiere artigianale per antonomasia: nonostante l’uso di macchinari e utensili moderni, rimane una professione che si fa a mano, nella quale buon gusto e senso estetico giocano un ruolo molto importante accanto alle abilità tecniche.
Come la maggior parte dei mestieri artigianali, anche quella del tappezziere si impara facendola, ma per raggiungere livelli di eccellenza e vincere la concorrenza non basta più saper usare la sparapunti. Serve anche spirito d’iniziativa, passione, curiosità, voglia di imparare, precisione. Qualità che sono utili sia per chi decide di mettersi in proprio ed aprire la propria bottega, sia per chi sceglie di farsi assumere in un laboratorio, un mobilificio, un’azienda.
In entrambi i casi, può essere utile specializzarsi in una tipologia specifica di prodotto. Questo aiuta non solo per essere concorrenziali sul mercato, ma anche per raggiungere standard di qualità più elevati. Molto richiesto, per esempio, è il tappezziere per auto e moto e il tappezziere per le barche. Oppure c’è chi si dedica esclusivamente ad un determinato tipo di materiale: ad esempio, c’è un vero e proprio boom di richieste online di lavorazioni in pelle. Oppure ancora ci si può specializzare nel restauro di mobili antichi, nell’arredamento di lusso, nelle tende da interni di design (magari collaborando con gli architetti) e così via.
Ovviamente si parte sempre da una base di competenze che qualsiasi tappezziere per essere tale deve possedere. Queste competenze, come detto, possono essere acquisite iniziando a lavorare come aiutante o apprendista presso laboratori di tappezzeria o negozi specializzati. Oppure frequentando un corso di formazione specifico per tappezzieri, grazie al quale imparare taglio e cucito, sagomatura delle imbottiture, misurazione e assemblaggio dei materiali, utilizzo di attrezzi e macchinari, ma anche sicurezza sul lavoro, principali tendenze nell’arredamento, tipologia e caratteristiche dei materiali.
Lavorare in proprio come tappezziere
Aprire un laboratorio di tappezzeria richiede la solita trafila burocratica: iscrizione al registro delle imprese in Camera di Commercio; apertura della partita IVA; iscrizione all’INAIL. E naturalmente un investimento economico iniziale per l’acquisto o affitto del locale, l’acquisto delle attrezzature e degli arredi, l’attivazione delle utenze.
Da non sottovalutare, inoltre, la necessità di sapersi muovere nel digitale: la ricerca di un artigiano da parte dei potenziali clienti ormai avviene prevalentemente tramite internet più che con il passaparola. Perciò un professionista tappezziere dovrebbe considerare la possibilità di avere un proprio sito (e di saperlo usare) e di possedere un minimo di conoscenze di marketing e comunicazione.
Quanto guadagna un tappezziere
Il guadagno di un tappezziere in proprio dipende da molti fattori: dal luogo in cui opera (se distretto del mobile, quartiere di lusso o periferico); dalla presenza o meno di concorrenti più famosi; dall’anzianità del “brand”; dalla capacità di saper comunicare.
Più facile la stima dello stipendio per chi lavora come dipendente. Poiché c’è grande richiesta di questa figura professionale, per accaparrarsele le aziende sono disposte ad alzare la retribuzione che ora, per un tappezziere con esperienza, può arrivare a 2.000 euro netti al mese. Il salario di ingresso, invece, per il lavoratore che ha appena iniziato, è in media di 900 euro netti al mese, che già dopo 5 anni possono diventare 1.200.