Nell’era di internet, dei social network e della condivisione a tutto spiano uno dei problemi maggiori di un fotografo è quello della paternità delle immagini e della difesa della proprietà intellettuale.
In rete non è affatto inusuale imbattersi in siti e blog che fanno un uso improprio delle immagini, messe online senza il consenso dell’autore e senza nemmeno il riconoscimento di alcuna royalty.
Il mestiere del fotografo è impegnativo e faticoso. Salvo poche eccezioni, il fotografo lavora come libero professionista e guadagna vendendo i propri scatti e i propri servizi realizzati in occasione di cerimonie, eventi, fatti di cronaca eccetera. Significa continui spostamenti e lavorare anche nei giorni festivi e in ogni orario del giorno e anche della notte.
Il fotografo rinomato probabilmente non sente il problema del riconoscimento della paternità delle proprie immagini. Ma se non sei famoso e devi contare sul guadagno di ogni singola foto venduta allora le cose cambiano.
Beh, sai che oggi c’è un modo per ottenere il riconoscimento della paternità di uno scatto e mantenerne i diritti anche in caso di vendita? Si può con gli NFT (Non-Fungible Token) e il paradosso è che la tecnologia digitale ha creato il problema e la stessa tecnologia ora promette di risolverlo.
Cos’è un NFT e perché può essere utile al fotografo
L’NFT è una sorta di certificato crittografico, una specie di carta d’identità, una targa “virtuale” che attesta la proprietà e l’autenticità di un bene digitale (un video, un’immagine, un brano musicale, un documento testuale). È univoco, unico e indivisibile. È la prova inequivocabile della proprietà di quel determinato contenuto.
Nel certificato che accompagna l’immagine, quindi, il fotografo può aggiungere non solo le informazioni di base (paternità, luogo dello scatto, data, soggetto ritratto eccetera), ma apporre un watermark e impostare determinati diritti di sfruttamento.
E non è finita qui. Un NFT è un valido strumento per vendere meglio e monetizzare il proprio lavoro artistico e anche in caso di vendita il fotografo non perde i diritti su quanto venduto. I vantaggi quindi sono sia per chi acquista (che ha la certezza della proprietà dell’opera), sia per chi vende che mantiene il copyright e il diritto di sfruttamento e di riproduzione.
Creare un NFT è una procedura che i fotografi possono già compiere in autonomia (se hanno un minimo di competenze digitali), anche se cominciano a comparire agenzie che si offrono di gestire tutto l’aspetto tecnico, comprese gestione e archiviazione, semplificando le procedure e a prezzi più che abbordabili (si parla di un euro per ogni foto certificata).
Il fotografo guadagna di più con gli NFT?
Dietro un NFT, naturalmente, deve sempre esserci un prodotto di qualità. Imparare il mestiere, studiare, metterci impegno e dedizione sono alla base di qualsiasi lavoro e la professione di fotografo non fa eccezione. Un NFT vale tanto di più quanto più è di valore il file al quale è associato. Resta che, in prospettiva, gli NFT renderanno più semplice e sicuro comprare e vendere prodotti artistici in rete.
Vale quindi la pena di cominciare a dare un’occhiata a questa nuova tecnologia (legata alla blockchain) – che promette di essere la normalità in un prossimo futuro – e di acquisire le competenze digitali necessarie per una presenza professionale nel web (dal profilo social al sito internet; dalla gestione dei social media al marketing digitale).
Come spesso accade, arrivare per primi significa ottenere un vantaggio competitivo e, dunque, economico.