L’informatica è considerata la disciplina del futuro, ma il futuro è adesso, e oggi seguire un percorso di studi che indirizzi all’ambito delle tecnologie informatiche sembra essere la migliore scelta per coloro che desiderano avere una carriera ricca di opportunità diverse tra loro, con sbocchi lavorativi che mettono a contatto persino mondi apparentemente lontani, che usufruiscono però dell’informatica e del computer come mezzo di elaborazione, rendendo quindi questa materia apparentemente ostica, un mondo stimolante e avvincente allo stesso tempo.
Dalle basi dei primi tre anni alle infinite scelte della laurea magistrale
Così come gli altri corsi di laurea, per lavorare nell’ambito informatico con un titolo accademico, è previsto un percorso di primo livello con l’ottenimento della laurea triennale ad esempiohttps://www.fiorerosalba.com/corso/laurea-triennale-online-in-ingegneria-informatica-e-dellautomazione/, che prevede lo svolgimento di materie impegnative ma avvincenti allo stesso tempo come algebra, programmazione di base, elettronica, calcolo numerico e delle probabilità, sistemi operativi, fino all’apprendimento di tecniche di sviluppo di software e ulteriori approfondimenti sui database e sulla programmazione.
La laurea in ingegneria informatica permette di sviluppare una buona capacità nel trovare soluzioni alternative basandosi sui problemi nella programmazione di software, e questo comporta anche un parallelo sviluppo della creatività dello studente, e quindi del futuro laureato, che porta poi a sviluppare un approccio lavorativo razionale e creativo allo stesso tempo.
La laurea di primo livello può poi essere seguita da altri due anni di corso per ottenere il titolo laurea magistrale. Se l’universo informatico sembrava ampio con la sola laurea triennale, con la laurea di secondo livello le possibilità si moltiplicano, ed ecco che le alternative rimbalzano dalla classica informatica di base o pura, per passare ad ambiti nati in tempi più recenti come quello dell’intelligenza artificiale o il networking e persino la possibilità di scegliere discipline contaminate dall’informatica stessa come il digital marketing o il design: la scelta è quindi ampia e lascia spazio a numerose possibilità.
La laurea in informatica e i suoi pregi
I dati rassicuranti e la loro futura evoluzione
Il mondo sta cambiando velocemente, e nonostante non esistano ancora sfere di cristallo che permettano di capire quali saranno le certezze future nell’ambito informatico, i dati attuali e la statistica in materia di occupazione e proseguimento degli studi ci vengono incontro mostrando in maniera chiara numeri che possono trasmettere sicurezza a coloro che intendono intraprendere un percorso di studi di questo genere.
Dagli studi statistici del consorzio AlmaLaurea infatti arrivano dati incoraggianti che mostrano come nel 2015 su un campione di circa 1900 laureati in informatica, il 60,6% di loro ha dichiarato di essere già all’interno del mondo del lavoro, e tra questi più della metà, ovvero il 56,2% ha iniziato a lavorare dopo aver conseguito il titolo riuscendo a trovare la propria posizione lavorativa con una media di appena 3 mesi dall’ottenimento della laurea.
Dai laureati magistrali arrivano dati ancora più rassicuranti come il 72,8% di soggetti che hanno dichiarato di lavorare dopo il conseguimento della laurea e il 49,5% del campione totale di 541 laureati ha inoltre mostrato interesse nel proseguire gli studi o l’esperienza formativa tramite stage e dottorato di ricerca.
Il tempo che intercorre tra ricerca lavorativa ed effettiva assunzione è di soli 2 mesi o poco più. Inoltre tra tutti gli intervistati, il 90,2% tra i laureati di primo livello e il 91,7% tra i laureati magistrale ha esternato considerazioni positive riguardanti l’efficacia della laurea nei confronti del lavoro svolto, definendola come “molto o abbastanza efficace”.
Il vero e proprio “boom” occupazionale per i dottori informatici arriva dopo 5 anni dal conseguimento, con una percentuale dell’ 88,4% di lavoratori e soltanto l’8% non era alla ricerca di un lavoro, e tra questi ultimi il 3% ha proseguito con gli studi.
I guadagni dell’informatico e il suo futuro
La sicurezza di un’entrata economica buona e stabile è un altro punto di forza di questa disciplina, che è ancora una volta mostrato dai dati di AlmaLaurea: i laureati di primo livello guadagnano, con la prima occupazione, in media uno stipendio netto di 1224 euro mensili. Per i neolaureati magistrali sale a circa 1414 euro, e a 5 anni dalla laurea la cifra sale oltre i 1640 euro netti.
Le opportunità fornite dalla laurea in informatica non si esauriscono in tempi brevi, la tendenza infatti mostra una costante offerta lavorativa che supera di gran lunga la domanda nonostante dal 2015 ad oggi il numero delle entrate nel mondo del lavoro in ambito informatico continua a crescere a dismisura.
Le immense possibilità della laurea in informatica
Come già detto più volte, gli sbocchi lavorativi per chi ottiene una laurea in questo contesto, sono molteplici e c’è la possibilità di spaziare e passare da contesti più classici ad ambienti lavorativi che trattano discipline più moderne e in continua evoluzione.
Per gli amanti della classica informatica, il contesto lavorativo può includere la creazione di software e quindi la loro programmazione, indirizzata poi a svariati enti pubblici o privati per la creazione di sistemi informatici specifici per i diversi ambiti (banche, poste, attività commerciali ecc.). Con l’avvento del web inoltre, il ruolo dell’informatico è diventato fondamentale sia per la grafica e lo sviluppo dei siti tramite il ruolo del Web Designer, ma anche per l’amministrazione di un sito con la figura del Web Master, o il suo sviluppo con il Web Developer.
Tra gli sbocchi più creativi ci sono poi lo sviluppatore di videogiochi o Computer games developer, lo sviluppatore di applicazioni per dispositivi mobili, il grafico e persino ruoli vicini al mondo dell’animazione televisiva e cinematografica.
Infine, con l’avvento dell’industria 4.0, le possibilità sono diventate praticamente infinite: dalla robotica che contamina persino l’ambito medico ai sistemi di sicurezza o cybersecurity fino alla realtà virtuale.