«I trend? Non ci interessano proprio. Noi i trend li creiamo». Eccolo qui il segreto di Senso Naturale, azienda di cosmetici naturali nata appena tre anni fa ma già di successo: «Qualsiasi trend o moda – spiega Antonio Amatucci fondatore dell’azienda insieme con la moglie Anastasia e l’amico Nicola, diventato socio – prima o poi svanisce. Se hai un progetto ben chiaro e di ampio respiro e riesci a tirare fuori sempre nuove idee, non hai limiti».
E il progetto Senso Naturale è chiarissimo: produrre cosmetici non solo di qualità, ma anche ecologici (grazie a materie prime naturali) e totalmente plastic free per proteggere il mare dall’invasione della plastica.
Com’è nata l’idea dei cosmetici solidi?
«Una prima idea è del 2015: volevamo creare una linea cosmetica che fosse la prima al mondo totalmente eco, ma l’impresa era troppo grande per le nostre spalle. Abbiamo allora puntato sui saponi artigianali e mia moglie, che è la creativa della famiglia, ha iniziato a studiare i prodotti solidi: volevamo fare qualcosa di diverso da ciò che fanno gli altri e tentare un upgrade del mercato. Siamo partiti così, in una struttura di soli 80 metri quadrati, all’inizio producendo per un’altra azienda, poi solo per il nostro marchio. Il canale che abbiamo scelto da subito è stato l’online con la vendita diretta al cliente finale. Ma poi hanno cominciato a chiederci i prodotti anche i negozi così ora abbiamo una piccola e selezionata rete di rivenditori».
I cosmetici solidi però, esistevano già sul mercato.
Sì, esistono altri competitor seri, ma nemmeno loro hanno inventato niente: il solido esiste da sempre. Semplicemente loro hanno un percorso, noi un altro. In realtà, chiunque potrebbe fare cosmetica solida, non ci vuole tanto. Per altro, ora va di moda e molti si buttano, ma poi bisogna vedere cosa c’è dietro il prodotto. I nostri saponi sono stagionati 45 giorni, perché noi seguiamo i metodi di saponificazione degli antichi egizi: partendo da zero, è necessario che le materie prime si stabilizzino per essere sicuri della qualità e dell’efficacia. Gli altri si affidano a metodi diversi, calcando percorsi da noi non approvati, ottenendo magari quantitativi di vendita superiori, quando la nostra produzione è limitata.
Per questo non siete presenti nei centri commerciali?
«In realtà, è stata una scelta. Ora che abbiamo i nostri brevetti ed ottimi risultati in termini di qualità, ci interessa essere presenti solo nei negozi specializzati, perché vogliamo che il rivenditore capisca cosa vende e sia in grado di comunicarlo al cliente. Ci siamo detti: se dobbiamo fare un’azienda, facciamola secondo i nostri parametri».
Che sarebbero?
«La qualità innanzitutto: il cliente deve essere assolutamente certo che le nostre materie prime siano il top del mercato e la lavorazione ne mantiene intatte le proprietà benefiche. Poi, un prezzo giusto. Infine, la protezione dell’ambiente e la ecosostenibilità. Il primo obiettivo è aiutare l’ecosistema marino (c’è un progetto ad hoc per togliere le plastiche dal mare), ma adesso stiamo andando anche oltre: abbiamo un accordo con l’ospedale oncologico pediatrico Sant’Orsola di Bologna. In ultimo, abbiamo in cantiere il progetto di un ecovillaggio, dove coltivare le nostre piante/ingrediente e dove lavorare e passare il tempo libero tutti insieme. In fondo, siamo un’azienda familiare e i nostri dipendenti fanno parte della famiglia. Perciò, non abbiamo limiti».
Avete avuto difficoltà a trovare il personale adatto per portare avanti il progetto?
«Direi di no. Spesso nella vita le cose s’intrecciano da sole e le persone giuste s’incontrano lungo il percorso. Anche le ultime persone entrate sono fantastiche. Ci dispiace solo di non poter accogliere tutti coloro che si candidano a lavorare con noi».
Però le aziende spesso si lamentano di non riuscire a trovare le figure professionali che cercano.
«Dipende da cosa si intende per figura professionale. Molti pensano che la figura adatta sia quella che porta profitto, mentre il nostro obiettivo è un altro: noi cerchiamo persone che hanno passione; che fanno quello che fanno perché gli piace, non (solo) perché ricevono uno stipendio e magari non hanno nemmeno la competenza giusta o hanno fatto un percorso di studi che non c’entra niente con i saponi: può essere benissimo. Non significa che non siano ugualmente in grado di portare valore all’azienda, di dare un contributo prezioso. Quando assumiamo qualcuno non guardiamo il Curriculum Vitae, le esperienze passate o gli studi: cerchiamo di capire se ha una vera passione a lavorare con noi. Di fatto, i nostri non sono dipendenti, sono persone che collaborano ad un progetto. Tutti qui danno il loro contributo a valutare il prodotto, a capire come migliorarlo o anche, scartarlo se non va bene».
Cos’hanno in comune le persone che avete assunto? E più in generale, che qualità ci vogliono per essere competitivi sul mercato del lavoro?
«Intanto le persone che lavorano con noi sono persone allegre. Ecco, io consiglio soprattutto un atteggiamento positivo. Capisco che il momento non è dei migliori, c’è grande disagio in giro. Però bisogna essere propositivi e proattivi. Da noi tutti partecipano: gli viene un’idea e ce la propongono, ci pensano. C’era una naturopata, nostra amica che ci dava consigli e faceva proposte: le abbiamo detto “dai vieni a lavorare con noi”. Adesso gestisce la community di clienti. Semplicemente, crede nel progetto».
Che consigli si sente di dare a chi avesse voglia di lavorare nel settore della cosmesi?
«Il primo, più importante, è non pensare come i grandi marchi. Il secondo (vale per chiunque voglia fare l’imprenditore) è darsi un obiettivo più grande: fai qualcosa perché vuoi migliorare il mondo e aiutare gli altri. Con Senso Naturale il nostro progetto è dare, non prendere e questo è già vincente perché non ci vincola ai fatturati, ai soldi, al business. Lo facciamo perché ci piace. Terzo consiglio: pensare a quello che non c’è, non porsi dei limiti e avere coraggio. Un giovane deve sforzarsi di fare qualcosa che non assomiglia a ciò che fanno gli altri e creare qualcosa di nuovo e innovativo. Qui, in Senso Naturale ogni giorno c’è un’idea nuova: ne abbiamo talmente tante che non sappiamo quando farle uscire ed io, che ho lavorato in altre aziende, non sono mai stato così bene. Il nostro entusiasmo è contagioso: i clienti ci chiamano a tutte le ore del giorno per chiedere consigli, lasciare feedback, complimentarsi, o solo per esporre un problema: nessuno mai resta senza risposta. Potremmo dirgli: compra da un altro e basta, ma se hai un problema, a noi interessa».