C’è una famosa scena in cui il comico Jerry Lewis digita su una macchina da scrivere invisibile a tempo di musica; la star di Hollywood, Morgan Freeman, prima di sfondare nel cinema si manteneva lavorando come dattilografo; Gianluigi Gabetti, storico dirigente Fiat, ha iniziato la sua scalata professionale facendo lo stesso mestiere. Possiamo davvero dire che la dattilografia sia una professione dalla lunga storia che non passa mai di moda. Tanto più adesso che la dattilografia è una delle certificazioni più richieste, insieme con quelle informatiche, per lavorare nella scuola: vale ben 1 punto per le graduatorie del personale ATA, in particolare per la figura dell’assistente amministrativo.
La seconda giovinezza della dattilografia
Sono la diffusione del computer, della posta elettronica, delle chat di messaggistica, dei blog ad aver portato sempre più persone ad usare una testiera, per lavoro o per svago. Ecco perché, nata con l’avvento delle macchine da scrivere, la dattilografia sta vivendo una seconda giovinezza.
Dal punto di vista tecnico per scrivere velocemente il metodo non è cambiato molto: la scrittura veloce si fa sempre a dieci dita e senza guardare la tastiera. Le basi della scrittura a tastiera cieca risultano quanto mai valide anche con la tastiera estesa del computer. E come ai tempi delle macchine da scrivere, per essere in grado di produrre testi di alta qualità, è molto importante possedere una discreta padronanza della lingua (ortografia, grammatica e punteggiatura) e un’adeguata base culturale.
Quello che è cambiato è il contesto e la necessità di possedere anche altre abilità. Trattare i testi al computer richiede l’uso di programmi di videoscrittura, i quali certamente aiutano a produrre elaborati gradevoli esteticamente grazie a modelli già impostati. Ma, allo stesso tempo, l’uso del Pc implica che al dattilografo o alla dattilografa vengano richieste anche altre mansioni non strettamente dattilografiche come la gestione dei fogli di calcolo o l’archiviazione dei documenti. Ecco perché il moderno dattilografo deve conoscere e sapere utilizzare pacchetti software per computer, come Word, Excel e PowerPoint, ed avere un minimo di infarinatura informatica.
Il lavoro da dattilografo
Il mestiere di dattilografo è molto ambito perché permette di trovare lavoro più facilmente, essendo una professione ancora oggi molto richiesta. Si tratta, non a caso, di una professione versatile, che trova impiego in praticamente tutti i settori, dal pubblico al privato.
Il dattilografo, infatti,
- produce o ricopia documenti
- trascrive riunioni (e relativi verbali) o registrazioni
- scrive sotto dettatura
- immette dati in un software per l’archiviazione e la ricerca.
Insomma, svolge compiti essenziali in una qualsiasi organizzazione, dalla grande azienda allo studio professionale.
Al contrario di quello che si può pensare, non si tratta di una professione impiegatizia nel senso negativo del termine: certo, si può svolgere con orario d’ufficio normale o part-time. Ma al dattilografo è richiesto anche di saper lavorare in squadra con altre persone, di reggere lo stress e rispettare le tempistiche quando ci sono scadenze pressanti e, in certi casi, persino di viaggiare. Per altro è un lavoro che si può fare anche da casa, soprattutto ora che lo smart working non è più un tabù.
Tutt’altro, insomma, che un mestiere noioso e di routine, che richiede anche altre abilità personali, come ad esempio, efficienza e attenzione ai dettagli, buona capacità di comunicazione e organizzazione, discrezione e riservatezza. Insomma, ricopre un ruolo di responsabilità.
Per tutte queste ragioni, la professione del dattilografo è interessante anche dal punto di vista dello stipendio, che può arrivare anche a superare i 2.000 euro dopo 5 anni di anzianità.
Come diventare dattilografo/a; i corsi personale ATA
Un dattilografo è bravo, professionale e al passo con i tempi quando non solo sa scrivere bene e in bell’italiano, ma conosce la tecnica della scrittura veloce accompagnata a quelle nozioni informatiche che gli permettono di utilizzare il pc e i software di scrittura, calcolo e archiviazione.
Il modo migliore per acquisire queste competenze è attraverso un corso teorico-pratico. L’importante è assicurarsi che sia riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Solo in questo caso, infatti, verrà rilasciato un attestato di addestramento professionale valido nei concorsi pubblici e per le graduatorie del personale ATA.
Di solito sono corsi che hanno una frequenza obbligatoria di 200 ore, ma quelli online hanno il vantaggio che lo studente può gestire in autonomia il tempo di studio, scegliendo quando e dove collegarsi alla piattaforma di e-learning e conciliando così tutti gli altri impegni (lavorativi o familiari).
Possedere anche una certificazione informatica, come la Pekit, è un plus che il dattilografo può spendere per avere maggiori possibilità di trovare lavoro e garantisce fino a 0,6 punti in più nei concorsi per le graduatorie del personale della scuola (sia docenti che ATA). Anche in questo caso ci sono corsi online che preparano agli esami necessari per ottenere la certificazione Pekit, che è riconosciuta dal MIUR e si basa sul modello europeo che definisce i parametri per la valutazione del livello di competenza digitale dei cittadini europei.