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Ole Kirk Christiansen LEGO personaggio FioreRosalba 2024

Ole Kirk Christiansen, il genio dei Mattoncini LEGO

«Solo i migliori sono abbastanza bravi». In questa frase c’è tutto Ole Kirk Christiansen, il geniale fondatore dell’azienda danese LEGO, un vero esempio di determinazione, resilienza e spirito imprenditoriale. E non è un caso se abbiamo scelto lui come nostro Personaggio dell’Anno 2024: la sua storia rappresenta l’incarnazione perfetta dei valori che Fiorerosalba.com intende promuovere da sempre.

Come spesso succede, anche quando un’idea è buona non è detto che siano tutte rose e fiori. Però, nonostante le costanti difficoltà, Christiansen perseverò con tenacia, espandendo l’azienda in tutto il mondo e trasformando la sua piccola falegnameria in un fenomeno globale.

La storia di Ole Kirk Christiansen è emblematica e ci ricorda che il successo non arriva con uno schiocco di mani, ma richiede determinazione, adattabilità e un costante spirito di innovazione. Lo stesso spirito e la stessa determinazione che cerchiamo di infondere nei nostri clienti quando si accingono ad iniziare un nuovo percorso formativo o lavorativo: oggi come allora, per affrontare le sfide del mondo moderno è indispensabile mantenersi resilienti, coraggiosi e “visionari.

Perché anche la storia del fondatore di LEGO dimostra che i grandi successi spesso hanno radici semplici e sono la passione, la perseveranza e il duro lavoro a fare la differenza.

 

Kirk Christiansen e le sue umili origini

 

Ole Kirk Christiansen era nato il 7 aprile 1891 a Filskov (nel comune di Billund), un piccolo villaggio della Danimarca povera e rurale.

Come tutti i figli di contadini, già a sei anni aveva iniziato a lavorare duramente nei campi, ma sebbene la sua famiglia fosse povera e lui avesse altri 12 fratelli, aveva comunque ricevuto un’istruzione di base.

Fu mentre lavorava come bracciante agricolo che Ole sviluppò la passione per l’intaglio del legno. Così, a 14 anni, iniziò a lavorare come apprendista falegname.

Era stata una scelta azzeccata: aveva un talento naturale per l’artigianato del legno. La passione per la creazione di oggetti con le proprie mani aveva fatto il resto: mentre imparava ogni aspetto del suo mestiere – dalla selezione del legno all’uso dei diversi utensili – affinava le proprie competenze, anche lavorando come falegname all’estero (Germania e Norvegia), per poi tornare in Danimarca.

Nel 1916, all’età di 25 anni, Christiansen decise quindi di mettere da parte i risparmi guadagnati come falegname e di avviare la propria attività di falegnameria a Billund. Inizialmente, l’officina era piccola e modesta, ma Christiansen vi riversò tutto l’impegno e la dedizione di cui era capace, producendo mobili, scale e oggettistica in legno per la comunità locale.

Per un po’ di anni le cose andarono benino, fino al primo disastro: un incendio, provocato per sbaglio da uno dei suoi figli, che aveva mandato letteralmente in fumo l’intera bottega.

Ma non era la fine. Come l’Araba Fenice, Ole riuscì a risorgere dalle proprie ceneri, nonostante enormi difficoltà anche finanziarie. Il tragico evento, anzi, gli aveva dato la spinta per puntare ancora più in alto ed espandere la propria attività, costruendo una nuova officina più grande con accanto la casa di famiglia.

 

La svolta verso i giocattoli

 

La Grande Depressione degli anni ’30 colpì duramente anche in Danimarca e l’attività di falegnameria di Christiansen ne subì le conseguenze. Con la domanda di mobili e altri prodotti in legno in forte calo, l’azienda si trovò ad affrontare un periodo di profonda crisi economica.

Invece di arrendersi, Christiansen decise di diversificare la produzione, virando verso la realizzazione di prodotti meno costosi come i giocattoli.

Non fu un passaggio indolore, perché l’azienda era in bancarotta e nessuno, nemmeno i fratelli, volevano fargli credito: non avevano fiducia nel mercato dei giocattoli. Era di fronte ad un bivio, ma lui sapeva vedere più lontano degli altri e aveva intuito il potenziale di creare giocattoli educativi e adatti allo sviluppo del bambino.

Una filosofia pionieristica, che però gli darà un successo inaspettato. Contro tutto e tutti, decise quindi di fondare una nuova società la cui mission era già chiara nella sua mente: voleva che i bambini “giocassero bene”; cioè che i suoi prodotti li aiutassero a crescere stimolando l’immaginazione e la creatività attraverso il gioco.

Da qui il nome: LEGO è l’abbreviazione dell’espressione danese leg godt, che significa appunto “gioca bene”.

La mossa si rivelò fortunata e gli permise di rialzarsi, anche se ci vollero anni (e qualche volta anziché vendere i giocattoli li scambiava con prodotti alimentari). I suoi giocattoli artigianali, realizzati con cura, meticolosità e attenzione ai dettagli, attirarono l’interesse dei genitori di tutta la Danimarca, desiderosi di offrire ai propri figli giochi educativi e duraturi.

Christiansen realizzava i suoi giocattoli con legno di betulla tagliato dalla foresta, essiccato per due anni e poi ancora essiccato in forno per tre settimane. I giocattoli venivano assemblati, sigillati, levigati e trattati prima di essere dipinti con tre mani di vernice. Nel 1935, la gamma di giocattoli comprendeva una varietà di animali, yo-yo e camion da tirare.

Anni dopo, Ole ebbe a dire: «Solo il giorno in cui mi dissi: “Devi scegliere tra la falegnameria e i giocattoli”, trovai la vera risposta». Non rinunciò né all’uno, né all’altro.

La produzione di giocattoli in legno era diventata il fulcro dell’attività di Christiansen, che permise all’azienda di superare la crisi economica. La flessibilità di Christiansen e la sua capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato furono fattori chiave che lo resero un pioniere nell’industria dei giocattoli, gettando le basi per la futura trasformazione che avrebbe portato alla nascita dei famosi mattoncini di plastica.

Ma i guai, per Ole, non erano ancora finiti.

 

L’invenzione dei mattoncini

 

Ole riuscì a tenere in piedi l’attività anche mentre infuriava la Seconda Guerra Mondiale e la Danimarca era occupata dalla Germania nazista. Ma nel 1942 l’azienda subì una nuova battuta d’arresto: un cortocircuito provocò un incendio che distrusse tutto: fabbrica, magazzino e progetti.

Non gettò la spugna neanche questa volta: decise di ricominciare da capo per salvare la sua forza lavoro e, due anni dopo, aprì la nuova fabbrica con tanto di catena di montaggio.

E fece due più due, unendo la sua idea di creare un sistema modulare di giocattoli e la produzione in serie: i mattoncini.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, però, molti materiali tradizionali utilizzati per la fabbricazione dei prodotti non erano facilmente reperibili. Inoltre, il legno, per quanto robusto e duraturo, aveva dei limiti intrinseci in termini di versatilità e possibilità di combinazione.

Così, come altri produttori, iniziò a cercare delle alternative. E l’alternativa fu la plastica, che offriva un nuovo mondo di opportunità grazie alla sua flessibilità e alla facilità di produzione su larga scala.

Nel 1947, l’azienda (che ormai aveva preso il nome di LEGO) fu il primo produttore di giocattoli in Danimarca ad acquistare una macchina per lo stampaggio a iniezione della plastica. Un investimento colossale: per comprarla Ole aveva investito il doppio dei profitti dell’anno precedente.

Il passaggio alla produzione di giocattoli in plastica fu impegnativo per Christiansen, che aveva passato la vita a lavorare con il legno. Per questo, nel 1947, in azienda entrò Godtfred, il figlio di Ole, designer di talento.

Lavorando a stretto contatto, i due svilupparono il design iconico dei mattoncini LEGO come li conosciamo noi, con le loro caratteristiche torrette di aggancio che permettevano un’infinita possibilità di combinazioni.

Il processo di produzione dei mattoncini richiedeva una precisione assoluta. Ogni singolo mattoncino doveva essere realizzato con tolleranze millimetriche per garantire un incastro perfetto. Ci vollero numerosi tentativi e miglioramenti, finché, nel 1949, fu lanciato il primo set di mattoncini. Erano nati i LEGO.

Nel 1950, Godtfred divenne amministratore delegato junior e l’azienda trascorse il decennio successivo concentrandosi sullo sviluppo e sul miglioramento del prodotto. Il progetto del mattoncino LEGO fu brevettato a Copenaghen il 28 gennaio 1958. Neanche due mesi dopo, Ole moriva per un attacco cardiaco, poco prima che Godtfred utilizzasse l’Automatic Binding Brick (come si chiamava allora) come base per il “Sistema di Gioco” dell’azienda, che poi diventerà il moderno giocattolo da costruzione LEGO.

L’impatto di questa innovazione fu enorme.

 

La crescita e l’espansione globale

 

Il successo fu travolgente. Grazie al loro design innovativo e alla loro capacità di stimolare la creatività, i set LEGO divennero rapidamente uno dei giocattoli più popolari e desiderati dai bambini di tutta la Danimarca e, in seguito, di tutto il mondo.

La geniale intuizione di Christiansen di combinare la versatilità della plastica con un sistema di costruzione modulare aveva rivoluzionato l’industria dei giocattoli. I mattoncini LEGO non solo erano diventati un classico intramontabile, ma rappresentavano anche un potente strumento educativo per stimolare la creatività, il problem-solving e l’apprendimento attraverso il gioco.

Le vendite aumentavano di anno in anno, spinte dalla costante domanda di nuovi set e dalla fama ormai consolidata del marchio LEGO. Già prima di morire Ole Kirk Christiansen aveva compreso che era giunto il momento di espandere le operazioni oltre i confini nazionali.

Che in effetti ci fu con l’apertura della prima filiale all’estero, nel 1961, in Germania: l’inizio di un’espansione globale che avrebbe portato l’azienda a essere presente in tutti i principali mercati internazionali. Seguirono rapidamente altre aperture in paesi come il Regno Unito, la Francia e gli Stati Uniti.

Per soddisfare la domanda sempre crescente, l’azienda investì massicciamente nell’ampliamento delle sue strutture produttive e nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. Fu in questo periodo che nacquero alcune delle linee più iconiche dei LEGO, come i set Space e Castle.

La strategia di espansione globale e di diversificazione dei prodotti si rivelò determinante: i LEGO erano diventati un vero e proprio fenomeno culturale, presenti in milioni di case in tutto il mondo e amati da generazioni di bambini e adulti.

E questa è la filosofia aziendale ancora oggi. Oltre ai set di costruzione tradizionali, l’azienda continua con la diversificazione come per esempio le linee tematiche basate su franchise di successo come Star Wars, Harry Potter e Batman, che gli hanno permesso di superare crisi e difficoltà.

Questa crescita straordinaria non sarebbe stata possibile senza la visione pionieristica di Ole Kirk Christiansen e la sua determinazione nel trasformare un’idea semplice in un impero globale dei giocattoli.

 

L’eredità di Ole Kirk Christiansen

 

La storia di Ole Kirk Christiansen – partito come piccolo falegname di provincia fino a diventare uno dei più influenti pionieri dell’industria dei giocattoli – incarna i valori della determinazione, dell’ingegno imprenditoriale e della perseveranza di fronte alle avversità.

Nonostante le difficoltà e i dubbi di molti, Christiansen perseverò con tenacia, investendo risorse e (soprattutto) passione nello sviluppo e nel perfezionamento dei suoi mattoncini.

La sua determinazione e la sua fede incrollabile nell’idea che i giocattoli potessero essere molto più che semplici oggetti di intrattenimento furono la chiave del successo.

Man mano che l’azienda cresceva, Christiansen ebbe la saggezza di coinvolgere i suoi figli e nipoti nella gestione e nello sviluppo futuro dei LEGO. Questa transizione ha garantito che lo spirito innovativo e la passione per la qualità, che avevano caratterizzato la sua visione, continuassero a permeare l’azienda anche dopo la sua morte.

La stessa visione che ha permesso all’azienda di salvarsi e rilanciarsi quando, nei primi anni Duemila, era sull’orlo della bancarotta.

Oggi, decenni dopo il lancio dei primi set LEGO, l’eredità di Ole Kirk Christiansen è più viva che mai. I mattoncini LEGO sono diventati un’icona culturale, amati da generazioni di bambini e adulti in tutto il mondo. La loro capacità di stimolare la creatività, il problem-solving e l’apprendimento attraverso il gioco li ha resi molto più che semplici giocattoli.

A ben vedere, l’eredità di Christiansen trascende il successo commerciale dei LEGO. Milioni di bambini hanno imparato a coltivare la loro immaginazione costruendo mondi fantastici, sviluppando abilità preziose come la pazienza, la perseveranza e il pensiero critico. Persino gli adulti hanno imparato ad apprezzare i LEGO come una forma d’arte e di espressione creativa.

Ma forse l’eredità più significativa di Ole Kirk Christiansen risiede nell’ispirazione che la sua storia offre a imprenditori, innovatori e sognatori di tutto il mondo. La sua capacità di trasformare un’umile attività in un impero globale attraverso la perseveranza, l’ingegno e la passione è una lezione potente su ciò che è possibile raggiungere quando si crede fermamente in un’idea.

 

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Articolo scritto da:

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Rosalba Fiore

Rosalba Fiore imprenditrice eduthech, consulente, formatrice, autrice, da oltre vent’anni mette la sua esperienza a completa disposizione dei suoi clienti impegnati in diversi settori produttivi. Ha conseguito due lauree, una in Matematica indirizzo informatico ed una in Ingegneria Industriale indirizzo Gestionale, ha conseguito numerose certificazioni internazionali tecniche, linguistiche, trasversali e didattiche, presso l’Università americana Harvard Business School Online ha seguito corsi specialistici in economia e marketing e innovazione. La dott.ssa Fiore è all’albo dei periti estimativo per la Camera di Commercio per la valutazione dei piani formativi del personale e CTU del Tribunale. E’ stata consulente e formatrice per Alitalia, Poste Italiane, Autostrade per l’Italia, Università Normale Superiore ISUFI etc.

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