Scienze Pedagogia: e la laurea Magistrale in Scienze Pedagogiche

Scienze dell'Educazione e della Formazione

Oggi parliamo di pedagogia e di alcuni sbocchi professionali del laureato con una laurea magistrale in Scienze Pedagogiche che appartiene alle classi di laurea LM- 85: la conclusione del percorso magistrale consente di svolgere ruoli per i quali siano previste mansioni implicanti una buona cultura umanistica ed elevata responsabilità progettuale e gestionale nei settori educativi e dell’istruzione. I laureati che avranno crediti sufficienti in opportuni gruppi di settori (DM 10/09/2012 n. 249) potranno partecipare alle prove di ammissione per i percorsi formativi a numero programmato per l’insegnamento nella scuola secondaria. In questo articolo in particolare vedremo la differenza tra pedagogia e didattica, lo sviluppo delle scienze pedagogiche, la laurea magistrale in pedagogia e due nuovi sbocchi lavorativi quali il mediatore pedagogico ed il manager pedagogico oltre che quello d’insegnante nelle scuole. Se invece vuoi leggere subito maggiori dettagli sul corso di laurea ti consigliamo la pagina https://www.fiorerosalba.com/corso/laurea-scienze-pedagogiche-unipegaso/

 

 

Pedagogia e didattica: differenza?

 

Volendo semplificare per chiarire subito i dubbi che il neofita della materia spesso si chiede, schematizziamo di cosa si occupa la didattica e di cosa la pedagogia.

La didattica si occupa di:

 

  • alla trasmissione del sapere accademico
  • a livello degli alunni, le loro rappresentazioni iniziali e le loro difficoltà
  • alle problematiche che sorgono dall’osservazione di un mondo complesso

 

La pedagogia si concentra su:

 

  • relazioni studente/studente
  • relazioni insegnante/studente
  • l’organizzazione della classe per promuovere l’apprendimento

 

In breve, la didattica è una riflessione sulla trasmissione del sapere, mentre la pedagogia è orientata alle pratiche in classe.

 

 

Pedagogia

 

Abbiamo sempre educato i bambini. E scommettiamo che ci sono sempre stati dei pedagoghi, cioè delle persone che hanno sviluppato un modo di pensare l’educazione dalla loro stessa pratica di educatori. Operatori-teorici dell’azione educativa, come li definiamo oggi. Per mancanza di scrittura, le loro tracce si erano perse prima dell’antichità.

L’educazione è determinata dalla società, dagli ideali che trasmette, dalla sua concezione del futuro e da ciò che cerca soprattutto di promuovere o salvaguardare. Le ideologie politiche, filosofiche e religiose hanno segnato le correnti educative.

 

 

Arte, scienza, teoria-pratica?

 

Scrivere la storia della pedagogia significa dover prima scrivere quella della nozione di “pedagogia”, perché questa ha cambiato significato nel corso dei secoli. Tutto ciò è dovuto alla storia delle idee, delle istituzioni educative e dell’evoluzione della conoscenza su cui si basano i pensatori educativi.

 

 

Pedagogia: un’arte

 

La pedagogia è stata definita come un’arte. L’arte di educare, di condurre i bambini alla conoscenza, una concezione che richiama l’origine dell’opera del pedagogo dell’antichità greca. Questo schiavo con la nobile missione di portare a scuola il figlio del suo padrone, mentre si prende cura del suo vestito, dei suoi giochi, del suo lavoro.

Ma è Socrate (V secolo con J.-C) ad essere dato come figura tutelare della nascita della pedagogia.

 

 

Pedagogia: una scienza

 

Alla fine dell’Ottocento, con l’avvento della sociologia e della psicologia, la pedagogia è stata definita come una “teoria pratica” alla quale si è cercato di conferire uno statuto scientifico. È stato affermato che fosse chiamata scienza, chiarendo che il suo obiettivo non era, come le altre scienze, descrivere o spiegare, ma dirigere l’azione educativa. Una scienza che potrebbe dire come educare. Il condizionale qui è essenziale, perché la pedagogia come “La “scienza dell’educazione” non è stata creata, lasciando il posto all’avvento delle scienze dell’educazione, disciplina plurale che, nel tempo, ha mostrato che questa strana scienza chiamata “Pedagogia”.

 

 

Pedagogia: una “teoria pratica”

 

Oggi non discutiamo più se la pedagogia sia un’arte o una scienza. Siamo in un momento in cui la pedagogia viene definita, paragonandola alla medicina o alla politica, come una “teoria pratica” che unisce in uno stesso movimento pensiero e azione educativa.

La storia della pedagogia non può quindi essere che una storia di pedagoghi, vale a dire, come dice Jean Houssaye, di operatori-teorici dell’azione educativa. Donne e uomini “impegnati in una realtà educativa, tra idee e azioni, all’articolazione dei due, senza che si possa pretendere che la riduzione dall’uno all’altro possa avvenire”.

“Tuttavia, va detto, scrive questo specialista in pedagogia, questa specificità è stata il più delle volte insabbiata, ignorata. Maliziosamente? No, per assimilazione e per integrazione nella categoria che sembrava la più nobile: quella del pensiero, quella della teoria. Molti pedagoghi si sono così trovati classificati come filosofi, teorici dell’educazione, pensatori dell’educazione senza essere indicati come pedagoghi. Ma a volte anche questa specificità della pedagogia è stata resa invisibile integrando il pedagogo nell’unica categoria di pratica. I pedagoghi sono stati quindi classificati sotto i nomi di insegnanti, educatori, formatori, una classificazione che non rendeva visibile che le loro pratiche erano influenzate dal loro pensiero sull’educazione.

La definizione di pedagogia è importante oggi per chiarire, per farla uscire da amalgame, imprecisioni e soprattutto per mostrarne la legittimità, perché il suo campo d’azione e il suo statuto sono sempre soggetti a lotte territoriali e pressioni istituzionali. La sua definizione in termini di “teoria pratica” dovrebbe allentare queste tensioni mostrando che la conoscenza specifica che emerge dal lavoro del pedagogo è conoscenza essenziale. Non sostituire la conoscenza scientificamente costruita sull’educazione, ma essere complementari. Tutto utile per gli insegnanti.

 

 

I grandi pedagoghi

 

Sono pedagoghi, quindi educatori che sviluppano un pensiero educativo cercando di coniugare teoria e pratica dalla propria azione. Sono chiamati “grandi” perché hanno avuto un’influenza innegabile nell’educazione nel corso dei secoli.

 

Sono presentati in ordine di apparizione nei principali periodi storici:

 

Pedagoghi dell’Antichità, del Medioevo, del Rinascimento.
– I pedagoghi della modernità (dal XVIII-XIX-XX secolo fino al 1960)
Pedagoghi della postmodernità dal XX secolo (dal 1960) al XXI secolo.

 

 

Le principali correnti pedagogiche

 

Le pedagogie sono molteplici, anche i modi di classificarle. Voler confrontare le pedagogie resta un grattacapo e una sfida! Possono tuttavia essere collocati in correnti maggiori secondo i loro scopi, le loro concezioni di apprendimento e le loro pratiche collaudate.

 

Qui si trovano 4 correnti pedagogiche:

 

  • corrente umanista,
  • cognitivista,
  • costruttivista e sociocostruttivista,
  • comportamentista.

 

Correnti pedagogiche classificate secondo modelli teorici di apprendimento

 

Prima corrente: La concezione empirica dell’apprendimento. Le pedagogie dell’impregnazione e della memorizzazione.

Seconda corrente: Concezione comportamentista dell’apprendimento. Pedagogie dell’allenamento mediante condizionamento e rinforzo.

Terzo filone: ​​concezione costruttivista e socio-costruttivista dell’apprendimento, le pedagogie della costruzione della conoscenza attraverso l’attività del soggetto e le sue interazioni con l’ambiente circostante.

Quarto filone: ​​concezione cognitivista e sociocognitivista dell’apprendimento. Pedagogie dell’elaborazione delle informazioni, intelligenze multiple, creatività. I pedagoghi sono alla ricerca del lavoro delle neuroscienze cognitive e affettive.

Quinta corrente: Concezione complessa dell’apprendimento, pedagogia del pensiero complesso, creatività.

 

Teorie scientifiche contemporanee sull’apprendimento che possono influenzare le pedagogie

 

La griglia di analisi proposta in parte da André Giordan si basa sui tre principali discriminatori, più spesso proposti in letteratura: la conoscenza, lo studente, la società, l’insegnamento, la creatività.

 

Questa opzione permette di organizzare i molteplici approcci in una quindicina di insiemi teorici e di situarli nello spazio secondo sei assi:

 

  • asse della conoscenza: teorie accademiche, teorie tecnologiche, teorie comportamentiste, teorie epistemologiche;
  • asse della società: teorie sociali, teorie socio-cognitive, teorie psicosociali, teorie multivariate;
  • asse di apprendimento: teorie umanistiche, teorie genetiche, teorie cognitive.
  • asse della spiritualità: teorie spiritualiste
  • asse didattico: teorie didattiche, modello allosterico
  • asse olistico: teorie della creatività, teorie della complessità

 

 

Correnti pedagogiche classificate per finalità (modelli di uomo e società)

Ogni educazione implica un orientamento nel campo dei valori e, proprio per questo, tocca il problema fondamentale delle finalità dell’educazione. Questi indicano la direzione di marcia.

 

Le pedagogie possono essere classificate in tre tendenze principali:

 

  • una prospettiva individualistica dell’educazione, intesa soprattutto come azione su un soggetto individuale,
  • una prospettiva collettivista e comunitaria, che comprende l’essere umano come soggetto sociale,
  • una prospettiva che unisce queste due tendenze, la costruzione dell’uomo e del cittadino.

 

 

Correnti pedagogiche classificate secondo situazioni pedagogiche

 

Jean Houssaye (1988), pedagogo, ha proposto “il triangolo pedagogico” come modello per comprendere la pedagogia. Questo può consentire confronti, connessioni tra le varie situazioni pedagogiche perché tutte ruotano attorno a tre elementi – studente, conoscenza, insegnante – di cui due preponderanti sul terzo.

Questo triangolo permette di identificare tre distinti processi secondo gli assi privilegiati. Quando l’asse Conoscenza/Insegnante è predominante nella situazione pedagogica, siamo nel processo di insegnamento, l’insegnante dialoga con la conoscenza e lo studente/studente viene rimandato in quello che Jean Houssaye chiama il luogo dei morti. Quando l’asse Docente/Studente predomina nella situazione, siamo nel processo di formazione, qui è la conoscenza che viene messa al posto del morto. Quando predomina l’asse Studente/Conoscenza, siamo nel processo di apprendimento e l’insegnante o il formatore viene rimandato al posto della persona morta.

La morte in questione è la morte del gioco del bridge, precisa Houssaye. “In altre parole, le sue carte sono sparse sul tavolo e lui è fatto per giocare più di quanto non giochi. Ma il suo ruolo è fondamentale perché senza di esso non c’è più Non si può farne a meno, ma può giocare solo nel minore, il suo posto essendo assegnato, definito e svolto dagli altri, i veri soggetti della situazione. Ogni processo, quando esacerbato, rischia di vedere i morti impazzire: scherzi e altre forme di ribellione degli studenti nel processo di insegnamento; peregrinazioni e seduzione nel percorso formativo; solitudine e abbandono nel processo di apprendimento.

 

 

Correnti pedagogiche classificate secondo i tipi di situazione didattica

 

Qualsiasi attività didattica propone una situazione scelta dal docente. Consideriamo un insieme di circostanze esistenziali in cui ogni studente si trova coinvolto ea cui attribuisce significati personali.

Queste situazioni derivano tutte dalla ricerca in materia di istruzione condotta il più vicino possibile al campo scolastico. Sono stati scoperti, inventati, creati, testati non in laboratorio, ma nei laboratori viventi che sono le scuole.

 

I tipi di situazione didattica:

 

  • Situazioni di percorso frontale: percorso o momento ex-cathedra,
  • Situazioni generali che affrontano problemi: progetto individuale, progetto collettivo, progetto cooperativo.
  • Situazioni che affrontano problemi programmati: situazioni-problema, problemi aperti, problemi senza dubbio, approcci di auto-socio-costruzione, indagine.
  • Situazioni di gioco: gioco libero, gioco simbolico, gioco di ruolo, gioco di simulazione, giochi sociali.
  • Situazioni di regolamentazione della vita scolastica e del lavoro: Novità, consiglio di classe, consiglio di scuola, consulenza metodologica. Oppure situazioni causate da piccoli strumenti del tipo “Va bene, non va bene”.
  • Situazioni di valutazione: sessione di valutazione sul progresso personale (test vari, interviste di spiegazione, sessioni di portfolio, valutazioni collettive a seconda della situazione, ma anche valutazione dei dispositivi, compiti, situazioni stesse.
  • Situazioni di lavoro per contratto: piano settimanale, piano di lavoro, contratto di lavoro, più o meno individuale o collettivo.
  • Situazioni di meta riflessione: consulenza metodologica, incontro per analizzare i processi di apprendimento, ecc.
  • Situazioni di scoperta: centri di interesse, visite a musei, mostre, incontri con artigiani, artisti, pratiche sociali;
  • Situazioni di ricerca: indagini, consultazione delle risorse.
  • Situazioni di lavoro nei laboratori: scrittura, pittura, arti plastiche, laboratori di musica.
  • Situazione di lavoro con i Media, le immagini e le tecnologie digitali.

 

 

Quali scienze sono più strettamente legate alla pedagogia?

  • Filosofia. Questa scienza è stata strettamente legata alla pedagogia sin dalla sua creazione
  • Antropologia. è la scienza che si occupa dello studio degli esseri umani attraverso la storia
  • Sociologia
  • Psicologia
  • Politica.

Quali scienze contribuiscono alla pedagogia?

 

Le discipline che contribuiscono alla pedagogia sono:

 

  • L’economia
  • Tecnologia

In che modo la pedagogia influenza l’educazione?

 

La pedagogia consente all’insegnante di sviluppare, attraverso la didattica, le strategie e i metodi che consentono a tutti i suoi studenti di trovarsi nelle stesse condizioni per acquisire e appropriarsi dei contenuti insegnati, nell’ambito del loro processo formativo.

 

 

Laurea Magistrale in Scienze Pedagogiche: cosa si studia

 

Il corso ha l’obiettivo di fornire allo studente: competenze metodologico-didattiche nei settori dell’educazione e della formazione e sui processi di apprendimento-insegnamento anche di discipline specifiche; capacità di progettazione e di gestione dei processi di orientamento scolastico e professionale dei processi formativi; conoscenze utili alla formazione attraverso attività creative con valenza socio-educativa; conoscenze e atteggiamenti scientifici in merito alla ricerca e alla sperimentazione nei settori delle Scienze dell’educazione e della formazione a livello locale, nazionale, europeo e internazionale.

Il corso di laurea prevede un primo anno a carattere istituzionale, comune a tutti, e un successivo anno con ampie possibilità di scelta da parte dello studente a seconda dell’interesse per la ricerca teorica in campo pedagogico oppure per gli aspetti più direttamente applicativi in campo scolastico.

 

Tra le materie:

 

  • Filosofia teoretica
  • Pedagogia sperimentale
  • Didattica speciale

 

Il piano di studio completo https://www.fiorerosalba.com/corso/laurea-scienze-pedagogiche-unipegaso/

 

 

Come si accede a Scienze pedagogiche: requisiti di ammissione

 

Laurea Magistrale in Scienze Pedagogiche dell’Università Telematica Pegaso si rivolge a tutti coloro che sono in possesso di un diploma di laurea di primo livello, vecchio ordinamento o altra laurea magistrale.

 

 

La laurea magistrale in Scienze Scienze Pedagogiche prevede una retta in media di 2.000€ con convenzione FioreRosalba.com invece che 3.000 prezzo standard UniPegaso. La retta in convenzione può essere soggetta ad ulteriori sconti e promozioni in particolari periodi o requisiti. L’iscrizione può avvenire in qualsiasi momento dell’anno.

 

Quanto dura la laurea in pedagogia?

 

Trattandosi di una laurea magistrale la durata del corso di laurea è di 2 anni.

 

 

La conclusione del percorso magistrale consente di svolgere ruoli per i quali siano previste mansioni implicanti una buona cultura umanistica ed elevata responsabilità progettuale e gestionale nei settori educativi e dell’istruzione. Il pedagogista è una figura obbligata di riferimento nelle equipe multifunzionali operanti sia a livello pubblico (scuola, servizi educativi e formativi polifunzionali), che privato, figura prevista nei concorsi e negli organici del pubblico impiego nei settori dell’istruzione, formazione, educazione.

I laureati che avranno crediti sufficienti in opportuni gruppi di settori (DM 10/09/2012 n. 249) potranno partecipare alle prove di ammissione per i percorsi formativi a numero programmato per l’insegnamento nella scuola secondaria e, una volta completati tali percorsi e ottenuta l’abilitazione, potranno partecipare alle procedure concorsuali secondo la normativa vigente.

L’ottima base metodologica offerta dal corso consente inoltre di intraprendere percorsi volti alla ricerca scientifica in ambito universitario, in particolare nei dottorati di ricerca, o in altri centri territoriali preposti alla ricerca educativa. Ulteriori sbocchi professionali sono rinvenibili nell’editoria scolastica ed educativa, nella gestione dei servizi didattici di biblioteche o musei, nella progettazione e gestione di percorsi formativi professionali per l’aggiornamento e l’educazione continua dei docenti. Il corso, inoltre, prepara alle professioni previste nella classificazione Istat di Esperti della progettazione formativa e curricolare – le professioni comprese in questa Unità Professionale coordinano e progettano le attività didattiche e curricolari relative in centri di formazione dedicati o, direttamente, nelle imprese e nelle organizzazioni – come ad esempio la professione di pedagogo. Vediamo alcuni sbocchi in dettaglio.

 

 

 

Trattandosi di una laurea magistrale permette di accedere all’insegnamento nelle scuole per le classi di concorso:

 

  • A-18 (ex A036 )- Filosofia e Scienze umane
  • A-81(ex A094 )- Discipline letterarie e latino nei licei in lingua tedesca e con lingua di insegnamento, tedesca delle località ladine
  • A-19 (ex A036 A037 A043 A050 A051 A052 )- Filosofia e Storia
  • A-79(ex A092 )- Discipline letterarie (italiano seconda lingua) negli istituti di istruzione secondaria di II grado in lingua tedesca
  • A-80(ex A093 )- Discipline letterarie negli istituti di istruzione secondaria di II grado in lingua tedesca e con lingua di insegnamento tedesca delle località ladine
  • A-74(ex A083 A084 ) – Discipline letterarie e latino con lingua di insegnamento slovenaA-84 (ex A097 ) – Tedesco (seconda lingua), storia ed educazione civica, geografia, nella scuola secondaria di I grado con lingua di insegnamento italiana della provincia di Bolzano
  • A-85(ex A098 )- Tedesco storia ed educazione civica, geografia, nella scuola secondaria di I grado in lingua tedesca e con lingua di insegnamento tedesca
  • A-77(ex A090 )- Lingua e cultura ladina, storia ed educazione civica, geografia, nella scuola secondaria di I grado con lingua di insegnamento ladina
  • A-78(ex A091 )- Italiano (seconda lingua), storia ed educazione civica, geografia, nella scuola secondaria di I grado con lingua di insegnamento tedesca

 

Mediatore pedagogico: lavoro per laureato in scienze pedagogiche

 

Il mediatore pedagogico accompagna gli studenti nel loro apprendimento scolastico. Presenta, in gruppo o individualmente, i problemi che gli studenti incontrano nella comprensione delle conoscenze insegnate a scuola.

Il mediatore pedagogico propone e sviluppa strumenti pedagogici per facilitare l’assimilazione delle conoscenze. L’esercizio di un ruolo di intermediario tra docenti e studenti. Il mediatore pedagogico mette in atto soluzioni per far avanzare gli alunni in modo istruttivo e pedagogico.

Si occupa di garantire l’esecuzione dei test di follow-up degli alunni e offre loro supporto in caso di fallimento o blocco a scuola. Il relatore nella fase di comprensione delle conoscenze insegnate. Il mediatore pedagogico propone metodi adatti ad ogni allievo o ad ogni gruppo per l’assimilazione delle lezioni.

Il mediatore pedagogico è un professionista dell’insegnamento. Padroneggia il funzionamento psicologico dell’apprendimento e applica la pedagogia all’insegnamento. Il mediatore pedagogico è a disposizione degli studenti ma anche del corpo docente con cui collabora.

Il mediatore educativo nel senso della comunicazione svolge attività di collaborazione permanente con l’équipe dei docenti, al fine di uniformare l’offerta formativa dell’istituto in cui opera. Possiede uno spirito di analisi e di sintesi che gli permette di spiegare in modo intelligibile e con l’ausilio di adeguati strumenti didattici, ciò che gli studenti non hanno compreso a lezione. È tenuto a lavorare nelle scuole, specializzate e non, private o pubbliche, nonché nei centri di formazione per adulti e nelle aziende. È un buon oratore che sa adattarsi e farsi capire da un pubblico vario e vario.

 

 

Manager pedagogico

 

Garante della qualità pedagogica di una struttura didattica, il manager pedagogico ha un ruolo di facilitatore all’interno di un’équipe pedagogica così come con studenti o professionisti della formazione. Il manager pedagogico è sia un coordinatore-facilitatore che un progettista di programmi pedagogici per lui o per tutto il suo team.

A seconda della struttura che lo impiega, le sue missioni possono variare.

In un’organizzazione di formazione, il manager educativo fissa gli obiettivi e gli orientamenti strategici. Recluta, gestisce, guida e consiglia formatori e insegnanti (metodi e pratiche di insegnamento, gestione della pianificazione, ecc.). Specialista in ingegneria della formazione, ha progettato e sviluppato strumenti didattici (manuali, supporti audiovisivi, modulo elearning, Mooc…), sviluppato nuovi programmi di formazione, assicura il regolare svolgimento del percorso formativo e l’implementazione di strumenti di valutazione . Fa parte delle sue funzioni anche il follow-up pedagogico e amministrativo di studenti, persone in formazione o tirocinanti.

Negli istituti didattici (università, scuole etc), il manager educativo collabora con il team educativo nel reclutamento e accoglienza di studenti e apprendisti, nel monitoraggio della loro formazione (ricerca tirocini o contratto lavoro-studio), fidelizzazione e ricerca di partnership con aziende.

Disponibile e organizzato, il manager educativo apprezza il lavoro di squadra. La professione richiede una buona conoscenza del settore di attività o del campo in cui opera (formazione, bisogni, nuovi orientamenti, normative, ecc.). Le capacità di comunicazione e l’adattabilità sono essenziali perché il manager educativo è in contatto con più destinatari.

 

 

Immatricolazioni ed iscrizioni alla laurea in Scienze Pedagogiche

 

Se sei interessato a questo corso di laurea visita la pagina https://www.fiorerosalba.com/corso/laurea-scienze-pedagogiche-unipegaso/ per maggiori informazioni richiedi il tuo orientamento gratuito

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Per oltre un decennio ho costruito questo un archivio di guide e materiali di istruzioneinterviste ad imprenditori, dove incontri i nostri studenti e vedi i loro bellissimi progressi, dove ti ho fatto dare una sbirciatina alla nostra vita aziendale. Scopri chi sono…

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